La serva padrona, libretto, Napoli, 1733

 INTERMEZZO SECONDO
 
 
 Siegue anticamera.
 
 SERPINA e VESPONE in abito di soldato, indi UBERTO vestito per uscire
 
 SERPINA
175Or, che fatto ti sei dalla mia parte,
 usa, Vespone, ogni arte.
 Se l'inganno ha il suo effetto,
 se del padrone io giungo ad esser sposa,
 tu da me chiedi e avrai;
180di casa tu sarai
 il secondo padrone: io tel prometto.
 UBERTO
 Io crederei che la mia serva adesso,
 anzi, per meglio dir, la mia padrona,
 di uscir di casa mi darà il permesso.
 SERPINA
185Eccol. Guardate! e senza mia licenza
 pur si volle vestir.
 UBERTO
                                    Or sì che al sommo
 giunta è sua impertinenza.
 Temeraria! e di nozze
 richiedermi ebbe ardir!
 SERPINA
                                               Ti asconderai (A Vespone)
190per ora in quella stanza,
 e a suo tempo uscirai. (Vespone entra)
 UBERTO
                                            Oh qui sta ella? (Accorgendosi di Serpina)
 Facciam nostro dover. Posso o non posso?
 Vuole o non vuol la mia padrona bella? (Accennando a Serpina di voler uscire)
 SERPINA
 Eh signor, già per me finito è il gioco
195e più tedio fra poco
 per me non sentirà.
 UBERTO
                                       Cred'io che no.
 SERPINA
 Prenderà moglie già.
 UBERTO
                                         Cred'io che sì
 ma non prenderò te.
 SERPINA
                                        Cred'io che no.
 UBERTO
 Oh affatto così è.
 SERPINA
                                  Cred'io che sì,
200ma d'uopo è ancor, ch'io pensi a' casi miei.
 UBERTO
 Pensaci: far lo dei.
 SERPINA
                                     Io ci ho pensato.
 UBERTO
 E ben?
 SERPINA
                 Per me un marito io mi ho trovato.
 UBERTO
 Buon pro ti faccia. E lo trovasti a un tratto,
 così già detto fatto?
 SERPINA
                                      Più in un'ora
205venir suol, che in cent'anni.
 UBERTO
                                                     Alla buonora.
 Posso saper chi egli è?
 SERPINA
                                            L'è un militare.
 UBERTO
 Ottimo affé! Come si fa chiamare?
 SERPINA
 Il capitan Tempesta.
 UBERTO
                                        O brutto nome!
 SERPINA
 E al nome sono i fatti
210corrispondenti: egli poco è flemmatico.
 UBERTO
 Male.
 SERPINA
              Anzi è lunatico.
 UBERTO
 Peggio.
 SERPINA
                 Va presto in colera.
 UBERTO
 Pessimo.
 SERPINA
                    E quando poi è incolerito,
 fa ruine, scompigli,
215fracassi... uh via via!
 UBERTO
 Ci anderà mal la vostra signoria.
 SERPINA
 Perché?
 UBERTO
                  Se è lei così ghiribizzosa
 meco, ed è serva, or pensa
 con lui, essendo sposa; senza dubio
220il capitan Tempesta
 in colera anderà,
 e lei di bastonate
 una tempesta avrà.
 SERPINA
 A questo poi Serpina penserà.
 UBERTO
225Me ne dispiacerebbe; alfin del bene
 io ti volli, e tu 'l sai.
 SERPINA
                                      Tanto obligata.
 Intanto attenda a conservarsi, goda
 colla sua sposa amata,
 e di Serpina non si scordi affatto. (Serpina finge che le venga a piangere)
 UBERTO
230Ah! tel perdoni il ciel: l'esser tu troppo
 boriosa venir mi fé a tal atto.
 SERPINA
 
    A Serpina penserete
 qualche volta, in qualche dì;
 e direte: «ah poverina!
235Cara un tempo ella mi fu». (Uberto mostra di averne pietà)
 (Ei mi par che già pian piano
 s'incomincia a intenerir).
 
    S'io poi fui impertinente,
 mi perdoni: malamente
240mi guidai, lo vedo sì. (Va a baciar la mano ad Uberto ed ei gliela stringe)
 (Ei mi stringe per la mano:
 meglio il fatto non può gir).
 
 UBERTO
 (Ah! quanto mi fa male
 di tal risoluzion; ma n'ho colp'io).
 SERPINA
245(Di' pur fra te che vuoi,
 ch'ave a riuscir la cosa a modo mio).
 UBERTO
 Orsù non dubitare:
 che di te mai non mi saprò scordare.
 SERPINA
 Vuol vedere il mio sposo?
 UBERTO
250Sì, l'avrei caro.
 SERPINA
                              Io manderò per lui;
 giù in piazza ei si trattien.
 UBERTO
                                                  Va'.
 SERPINA
                                                            Con licenza. (Serpina entra)
 UBERTO
 Or indovina chi sarà costui.
 Forse la penitenza
 farà così di quanto
255ella ha fatto al padrone.
 S'è ver, come mi dice, un tal marito
 la terrà fra la terra ed il bastone.
 Ah! poveretta lei!
 Peraltro io penserei... ma ella è serva...
260Ma il primo non saresti.
 Dunque la sposeresti?
 Basta... eh no no, non sia;
 su pensieri ribaldi, andate via.
 Piano: io me l'ho allevata,
265so poi com'ella è nata... eh che, sei matto?
 Piano di grazia... eh non pensarci affatto.
 Ma io ci ho passione...
 e pur? Quella meschina... e torna? o Dio!
 e siam da capo? O che confusione!
 
270   Son imbrogliato io già;
 ho un certo che nel core,
 che dir per me non so,
 s'è amore o s'è pietà.
 Sento un che poi mi dice:
275«Uberto, pensa a te».
 
    Io sto fra 'l sì e 'l no,
 fra 'l voglio e fra 'l non voglio,
 e sempre più m'imbroglio.
 Ah misero infelice
280che mai sarà di me! (Serpina, che torna con Vespone, vestito come sopra)
 
 SERPINA
 Favorisca, signor, passi.   (A Vespone, il quale saluta Uberto)
 UBERTO
                                                Oh padrone. (Saluta Vespone)
 È questi? (A Serpina)
 SERPINA
                      Questi è desso.
 UBERTO
                                                    O brutta cosa!
 Veramente ha una faccia tempestosa. (A Serpina)
 E così, caro il capitan Tempesta,
285si sposerà già questa mia ragazza? (Vespone a tutte le domande di Uberto affermerà)
 Oh ben. N'è già contento? Oh ben. Non vi ave
 difficultà? Oh ben. (Egli mi pare,
 ch'abbia poche parole).
 SERPINA
                                             Anzi pochissime. (Vespone fa segno a Serpina che venga a lui)
 Vuol me? (A Vespone) Con sua permission. (Ad Uberto e va a Vespone con cui si mette a parlar segreto)
 UBERTO
                                                                                  E in braccio
290a quel brutto nibbiaccio
 deve andar questa bella colombina?
 SERPINA
 Sapete cosa ha detto?
 UBERTO
                                          Di', Serpina.
 SERPINA
 Che vuol che mi diate
 la dote mia...
 UBERTO
                           La dote tua? che dote?
295Sei matta...
 SERPINA
                        Non gridate,
 ch'egli in furie darà.
 UBERTO
                                        Può dar in furie
 più di Orlando furioso,
 che a me punto non preme. (Vespone mostra adirarsi)
 SERPINA
 Oh Dio! vedete pur, ch'egli già freme.
 UBERTO
300(O che guai!) Va' là tu. (Serpina va a Vespone e parla con lui segreto) Statti a vedere
 che costui mi farà... Ben, cosa dice? (A Serpina, che torna ad Uberto)
 SERPINA
 Che vuol almeno quattromila scudi.
 UBERTO
 Canchero! oh questa è bella,
 vuol una bagattella! Ah padron mio... (A Vespone il quale s’infuria)
305Non signore... Serpina...
 Che mal abbia... Vespone,
 dove sei?
 SERPINA
                     Ma padrone,
 il vostro male andate voi cercando?
 UBERTO
 Senti un po': con costui hai tu concluso?
 SERPINA
310Io ho concluso e non concluso... adesso... (Va a Vespone che l’ha chiamata)
 UBERTO
 Statti a veder, che questo
 maldetto capitano
 farà precipitarmi.
 SERPINA
                                    Ha egli detto...
 UBERTO
 Che cosa ha detto? (Ei parla per interprete).
 SERPINA
315Che, o mi date la dote
 di quattromila scudi,
 o non mi sposerà.
 UBERTO
                                   Ha detto?
 SERPINA
                                                        Ha detto.
 UBERTO
 E, s'egli non ti sposa, a me che importa?
 SERPINA
 Ma che mi avete a sposar voi...
 UBERTO
                                                          Ha detto?
 SERPINA
320Ha detto, o ch'altrimenti
 in pezzi ei vi farà.
 UBERTO
 Oh questo non l'ha detto.
 SERPINA
                                                E lo vedrà. (Serpina fa cenno secretamente a Vespone il quale, infuriandosi, cava la spada e corre verso Uberto)
 UBERTO
 L'ha detto sì signore, e non s'incomodi:
 che, già che vuol per me così il destino,
325or io la sposerò.
 SERPINA
                                Mi dia la destra
 in sua presenza.
 UBERTO
                                 Sì.
 SERPINA
                                         Viva il padrone!
 UBERTO
 Va ben così? (A Vespone, il quale afferma e ripone la spada)
 SERPINA
                           E viva ancor Vespone! (Vespone si scopre)
 UBERTO
 Ah ribaldo, tu sei? E tal inganno...
 Lasciami.
 SERPINA
                     Eh non occorre
330più strepitar, ti son già sposa; il sai?
 UBERTO
 È ver, fatta me l'hai, ti venne buona.
 SERPINA
 E di serva divenni io già padrona.
 
    Contento tu sarai,
 avrai amor per me?
 
 UBERTO
 
335   Sì che contento è il core,
 e amore avrò per te.
 
 SERPINA
 
    Di' pur la verità.
 
 UBERTO
 
 Questa è la verità.
 
 SERPINA
 
 O Dio! mi par che no.
 
 UBERTO
 
340Non dubitar oibò!
 
 SERPINA
 
    O sposo grazioso...
 
 UBERTO
 
 Diletta mia sposetta...
 
 A DUE
 
 Così
          mi fai goder.
 Sol tu
 
 SERPINA
 
    Se comandar vorrò,
345disgusto non avrai:
 or serva più non son.
 
 UBERTO
 
    Disgusto non avrò
 se comandar vorrai;
 ma con discrezion.
 
 SERPINA
 
350   Quanto sei caro, quanto!
 
 UBERTO
 
 Quanto sei cara, quanto!
 
 A DUE
 
 Quest'è per me piacer.
 
 Fine del secondo intermezzo